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Canti di Castelvecchio.

Raccolta di poesie di G. Pascoli, pubblicata nel 1903. Come dice il titolo, le liriche del volume sono ispirate al poeta romagnolo da Castelvecchio, sua nuova terra d'elezione. Il mondo interiore di Pascoli, disincantato e patetico, si vela, in questi versi, di un diffuso e lontano dolore, ormai divenuto ricordo, ed egli canta la vita come veduta dai regni della morte, in toni spenti e lievi, modulati delicatamente ma drammaticamente. Di questa malinconica visione, quasi dominata da una misteriosa e angosciosa sofferenza, sono suggestivi e incantevoli saggi Giovannino, Nebbia, Il gelsomino notturno, Cavallina storna, Tessitrice e Casa mia. Così un palpito di sogno, quasi un miraggio di intravista felicità, si libera a volte, mite e lieve, ne Il sogno della Vergine, in Valentino, ne La voce, nella Notte d'inverno, ne L'ora di Barga.